Progettazione percorsi museali interattivi
Una riflessione sul consumismo spietato e selvaggio dedito solo alla creazione di denaro e spazzatura, un problema di rilevante attualità che riguarda tutti da vicino, concentrandosi non tanto sul famoso quanto increscioso esempio di Napoli, ma piuttosto compiendo una riflessione più ampia su scala globale.
I bisogni indotti da una società disorientata dagli sgoccioli di un’ideologia post-capitalista portano alla produzione di beni materiali ed immateriali di facile consumo e di immediato decadimento.
Possedimenti finalizzati alla creazione di rifiuti che inquinano la mente dell’uomo, oltre che l‘ambiente che ci ospita. Una metafora efficace sulla cecità di cui soffre l’uomo moderno, che cerca di far riflettere sulle conseguenze delle proprie cattive abitudini e di come sia necessario intervenire attivamente per la risoluzione del problema. Dalla vetrina dello Spazio Oberdan una proiezione interattiva ferma i passanti che transitano sul marciapiede per offrir loro un regalo. A ogni passaggio una figura femminile si attiva per regalare un oggetto al viandante. Piccoli doni che sicuramente affascinano lo spettatore e gli offrono un piacevole diversivo. Ogni regalo entra nello spazio visivo e si va a depositare sul corpo della ragazza fino a ricoprirla. L’accumulo di oggetti testimonia il numero di persone che si sono concesse un attimo di distrazione. Solo chi si fermerà ad osservare realmente la vetrina si accorgerà che gli oggetti regalati tenderanno ad accumularsi sul corpo della ragazza fino a soffocarla completamente. Quando un passante di sua spontanea volontà si avvicinerà alla vetrina toccandola, i rifiuti ammucchiati verranno automaticamente eliminati, salvando la ragazza.
Il gesto di avvicinarsi alla vetrina rimanda concettualmente alla necessità di agire in prima persona per risolvere un problema collettivo, offre dunque una riflessione sull’urgenza di una presa di coscienza reale e concreta di come il consumismo abbia portato ad una crescente attenzione verso il benessere individuale anziché collettivo
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